Il1 gennaio 2021 è entrato in vigore il nuovo Regolamento di esecuzione (UE) 2020/746, recante modifiche al precedente Regolamento di esecuzione (UE) 2019/947 relativo ai Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR), comunemente noti come droni.
Occorre fare una precisazione: quando si parla di “operazioni” con i droni, si fa riferimento a qualunque utilizzo, sia esso per lavoro, svago o ragioni di ordine pubblico.
IGarante privacy italiano ha adottato un’infografica semplice ed intuitiva recante “Consigli per rispettare la privacy se si usa un drone a fini ricreativi”, rendendo accessibili a tutti le regole e le buone condotte in materia.
In primo luogo, l’Autorità invita ad evitare di invadere gli spazi personali e l’intimità delle persone anche qualora si utilizzi un drone in luoghi pubblici come parchi o piazze. Dopodiché, la diffusione delle riprese sul web o sui social può avvenire solo con il consenso dei soggetti filmati o fotografati, salvo particolari usi connessi alla libera manifestazione del pensiero, come quelli a fini giornalistici. Nessun problema se i soggetti non sono riconoscibili perché troppo lontani o oscurati con appositi software, ma qualora invece lo siano, bisogna quantomeno avvicinarli per ottenere la loro approvazione.
Occorre poi evitare di filmare targhe, giardini privati o l’interno delle case, poiché in questo caso non si va solo incontro a violazioni della privacy, ma si rischia anche di integrare fattispecie di reato. Le stesse buone pratiche applicabili alle riprese video, riguardano anche quelle audio: è infatti vietato registrare conversazioni private. Eventuali frammenti possono essere utilizzati o pubblicati solo se non consentono di riconoscere il contenuto dei discorsi e le persone coinvolte.
Ad ogni modo, al di là delle regole, è indispensabile che le attività siano compiute nel rispetto degli altri, evitando di influenzare il comportamento delle persone, dar loro la sensazione di essere spiate o farle sentire meno al sicuro. Una buona prassi è quella di parlare con gli interessati spiegando le proprie intenzioni, e far sì che il pilota sia sempre visibile e reperibile per chiunque voglia opporsi o chiedere informazioni. A tal proposito, se quest’ultimo può essere individuato, ognuno ha il diritto di tutelarsi chiedendogli ogni informazione su come intenda utilizzare le riprese ed eventualmente negare il consenso al trattamento dei dati raccolti, specie se sono previste forme di diffusione delle immagini.
Infine, nel caso si ritenesse di essere stati vittime di violazioni della propria privacy, è possibile rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali o, in alternativa, all’Autorità giudiziaria.